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Come la musica può aiutarci a star bene

Aggiornamento: 11 nov 2018


La musica non vale “soltanto” ad arricchire la nostra vita quotidiana: come tecnica espressiva può essere un importante strumento per favorire il benessere individuale e di gruppo, per dare sostegno allo sviluppo affettivo, sociale e cognitivo. In breve può servire a farci star bene, a patto di essere impiegata da una persona esperta, come la dott.ssa Silvia Zago.


Psicologa dell’età evolutiva ed educatrice musicale, ma anche musicista e cantante, proporrà a partire dal 20 novembre, presso il nostro Centro Ermes, una serie di incontri dedicati tanto ai bimbi in età prescolare (0-18 mesi e 18-36 mesi) quanto alle donne in gravidanza.


“La mia proposta educativa”, dice Silvia, “trae spunto dalla Music Learning Theory di E. Gordon, un modello teorico fondato scientificamente che spiega in che modo il bambino apprende la musica e sviluppa un pensiero musicale (l’Audiation). I corsi basati sui principi della teoria di Gordon propongono dei percorsi di avvicinamento alla musica in un’atmosfera di gioco, di scoperta, caratterizzato da esperienze non solo di ascolto, ma anche di interazione e relazione che accoglie ogni tentativo del bambino di entrare in dialogo con la musica e con chi la propone”.


“Cantare e ascoltare musica insieme al bambino, lo aiuteranno a sviluppare anche altre abilità quali quelle comunicative, affettive-relazionali, linguistiche, attentive, mnemoniche, di programmazione e coordinazione motoria, come ampiamente dimostrato dalla ricerca scientifica.”


Per quanto riguarda i percorsi musicali per le future mamme, pre e post-partum, la dott.ssa Zago spiega: “Dagli anni ‘70 ad oggi gli studi hanno dimostrato che i feti a partire dalla 28° settimana di età gestazionale (EG) sono in grado di rispondere all'ascolto della musica."


“Registrazioni del battito cardiaco fetale hanno dimostrato che durante il 3° trimestre di gravidanza il feto è in grado di distinguere la voce della madre da quella di altre persone; distingue pure la lingua materna da un’altra lingua. I neonati hanno una forte preferenza per la voce e la lingua della madre, sia per i brani di testo che la madre ha letto loro a voce alta prima della nascita, sia per la musica e i canti, comprese le ninne nanne, che hanno ascoltato nelle ultime settimane di gravidanza. Il feto è sensibile alla melodia, all’altezza delle note e al ritmo. Una melodia che lo ha accompagnato nella vita prenatale, venuto alla luce lo può calmare, tranquillizzare, far star bene: è qualcosa di familiare, una sorta di filo conduttore con la vita precedente che può rendere meno drastico il cambiamento di vita.”


Gli incontri musicali proposti da Silvia, permettono di sperimentare e di acquisire la capacità di utilizzare il canto e la musica come risorse per arricchire la modalità di comunicazione col bambino in fase prenatale e poterla continuare, sviluppandola, anche dopo la nascita.

Musica, ritmo, movimento offrono alla coppia mamma-bambino un’opportunità creativa per ascoltare e giocare con i suoni e la voce, coltivando un linguaggio musicale che li potrà mettere in dialogo in fase pre-verbale.


“Oltre allo sviluppo ed al sostegno della relazione madre-bambino e quindi allo sviluppo affettivo-emotivo del bambino -conclude Silvia - l’esperienza in musica può favorire lo sviluppo di competenze cognitive, quali il linguaggio, l’attenzione, la memoria e la programmazione e coordinazione motoria.”


Appuntamento, quindi, il 20 novembre, alle 10, al Centro Ermes, in via Prova 35, San Bonifacio VR.

Per Info e Prenotazione obbligatoria: parapam.music@gmail.com

oppure tel. al numero 328 938 0780


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1 Comment


adriano_argentario
Nov 06, 2018

Molto interessante!

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